Risonanza magnetica

Che cos’è?
La Risonanza Magnetica (RM) è una metodica che ha fatto la sua comparsa nel campo della diagnostica medica in epoca relativamente recente. Negli ultimi anni ha conosciuto importanti sviluppi tecnologici che hanno aperto la strada ad applicazioni prima impensabili, sia in ambito clinico che di ricerca.
La RM non utilizza  radiazioni ionizzanti potenzialmente dannose ma sfrutta le proprietà magnetiche di alcuni atomi che costituiscono i nostri tessuti, in particolare degli atomi di idrogeno, per ottenere immagini altamente informative.
La RM è costituita essenzialmente da un grosso magnete e da bobine che emettono e ricevono onde elettromagnetiche. Sia il magnete che le bobine sono racchiuse nell’involucro di un grosso cilindro cavo, al cui interno scorre il lettino dove viene posizionato il paziente. Sia il campo magnetico generato dal magnete che le onde elettromagnetiche emesse dalle bobine non provocano assolutamente nessun disturbo al paziente; l’unico inconveniente è rappresentato da un fastidioso rumore durante l’esecuzione dell’esame.
Il vantaggio principale della RM rispetto ad altre metodiche di immagine risiede nell’alta risoluzione di contrasto e nella possibilità di caratterizzare, entro certi limiti, la composizione tissutale.
Accanto alle tecniche di RM “convenzionale” esistono tecniche RM “avanzate” che, impiegate in casi selezionati,  forniscono informazioni aggiuntive in risposta a specifici quesiti. Un esempio è rappresentato dalla RM-spettroscopica  che consente di caratterizzare specifici  metabolici tissutali e di valutare la loro concentrazione; le applicazioni principali riguardano l’ambito cerebrale e  prostatico. Altro esempio è rappresentato dalla RM di perfusione, al momento attuale di minore rilevanza clinica rispetto alla precedente, che permette lo studio della vascolarizzazione di specifiche lesioni contribuendo alla loro caratterizzazione (natura e grading). Un accenno anche alla RM funzionale, una tecnica di recente introduzione in ambito neuroradiologico,  impiegata quasi esclusivamente a scopo di ricerca e il cui ruolo clinico è attualmente limitato al planning pre-chirurgico di lesioni cerebrali in sedi critiche.

Perché si fa?
La RM ha un campo di applicazione estremamente ampio che comprende patologie dell’apparato muscolo-scheletrico, dell’apparato gastro-intestinale, del distretto uro-genitale, della ghiandola mammaria, del sistema nervoso centrale e periferico, del sistema cardio-vascolare e dell’apparato respiratorio.
La RM è un esame che richiede in genere lunghi tempi di attesa quindi per ottimizzare la gestione del servizio è necessario che l’indicazione all’esame sia valutata in maniera accurata. In particolare va ricordato che:

1-    un corretto inquadramento clinico è il presupposto  fondamentale alla corretta esecuzione di qualsiasi indagine strumentale;
2-     nonostante le sue enormi potenzialità diagnostiche, la RM non sostituisce ma integra le informazioni ottenute dalle altre metodiche di immagine;
3-    in molti casi metodiche di più semplice gestione, quali la radiologia tradizionale o l’ecografia, sono sufficienti a risolvere il quesito diagnostico.

Quindi è bene rivolgersi in primo luogo ad un medico specialista che deciderà, sulla base del quadro clinico, il percorso diagnostico più opportuno da intraprendere.
In genere la RM rappresenta un esame di secondo o terzo livello da riservare ai casi in cui le altre metodiche di indagine non hanno risolto il quesito diagnostico oppure quando è richiesta un’accurata stadiazione loco-regionale di malattia.
In casi molto selezionati la RM è eseguita come esame di primo per la maggiore accuratezza diagnostica rispetto alle altre metodiche.
La RM è inoltre indicata in pazienti con insufficienza renale cronica o con pregressa reazione allergica al mezzo di contrato iodato.
Non prevedendo l’utilizzo di radiazioni ionizzanti la RM può essere ripetuta anche ad intervalli di tempo ravvicinati senza rischio di danni biologici e viene quindi preferita alla TC in quei casi in cui le ragioni protezionistiche sono particolarmente importanti (bambini e donne in gravidanza).

Come si prenota?
Telefonando al numero 05099 o 05099 oppure presentandosi allo sportello con la richiesta del medico curante o dello specialista.
Per la prenotazione di esami neuroradiologici telefonare al .
Per ottimizzare le prestazioni del servizio si prega di comunicare con adeguato anticipo un’eventuale disdetta.


Prima dell’esame?
La RM è una metodica sicura che non utilizza radiazioni ionizzanti e non comporta il rischio di danni biologici a lungo termine.
Tuttavia esistono situazioni potenzialmente pericolose che vanno accuratamente indagate. Prima di eseguire l’esame il medico radiologo ricerca eventuali controindicazioni formulando specifiche domande ma è bene che il paziente venga già valutato dal medico richiedente l’esame.
La RM è assolutamente controindicata nei portatori di pace-maker cardiaco o di neurostimolatori  perché il funzionamento di tali dispositivi può essere alterato dal campo magnetico esterno e/o dalle onde elettromagnetiche applicate. Altra controindicazione importante è rappresentata dalla presenza di materiale ferromagnetico nel corpo del paziente, soprattutto se di grandi dimensioni (es. protesi  articolari), se localizzato in sedi critiche (es. clips o stent vascolari, valvole cardiache metalliche, protesi del cristallino, schegge metalliche in prossimità o nel contesto di organi vitali…) o se non ancora stabilizzato.
In genere materiali utilizzati in ambito chirurgico o interventistico dalla metà degli anni ‘90 in poi sono realizzati con materiali RM-compatibili (es. titanio). Nel caso di interventi eseguiti in periodi antecedenti è necessario prendere contatto con il centro dove la procedura è stata eseguita per accertarsi della compatibilità dei materiali utilizzati.
Nel caso di anamnesi dubbie il medico radiologo può richiedere un esame Rx per escludere la presenza di materiale metallico intracorporeo.
Dispositivi metallici esterni quali pompe di infusione, protesi auricolari esterne, protesi dentali,lenti a contatto, etc… andranno rimossi.
Prima dell’ingresso nella stanza del magnete il paziente deve anche assicurarsi di non avere indosso  oggetti con componenti metalliche quali orologio, occhiali, monete, chiavi, penne, mollette, spille; inoltre è consigliato rimuovere il trucco per il viso.
Anche se non rappresenta una controindicazione assoluta, è importante segnalare un eventuale stato di gravidanza, specie nel primo trimestre.
Attenzione: il campo magnetico non è confinato all’interno del cilindro cavo ma è presente nell’intera stanza del magnete (una linea gialla tracciata sul pavimento circoscrive l’area di azione del campo).
Alcuni tipi d’esame richiedono preparazioni specifiche da eseguire nei giorni precedenti; al momento della prenotazione verranno fornite tutte le informazioni necessarie (se l’esame è stato prenotato tramite reparto ospedaliero e non vi è stata data comunicazione riguardo alla preparazione, telefonate ai numeri precedentemente indicati per chiarimenti).

Mezzo di contrasto
in alcuni casi, sulla base del quesito diagnostico, viene richiesta la somministrazione di mezzo di contrasto. I mezzi di contrasto usati in RM, in genere composti del gadolinio, vengono somministrati per via endovenosa a dosi molto basse (0,1-0,2 ml pro chilo). Sono sostanze ben tollerate che presentano scarsi effetti collaterali.
L’utilizzo del mezzo di contrasto richiede la valutazione della funzionalità renale, per cui il paziente deve portare in visione esami del sangue recenti (eseguiti entro i 2 mesi precedenti) che includano la creatininemia.
L’unico inconveniente, come per tutti i farmaci, è rappresentato dal rischio di reazione allergica, evento peraltro molto raro.  E’ opportuno che pregresse reazioni allergiche al mezzo di contrasto vengano segnalate già al momento della prenotazione; gli operatori provvederanno a fornire le indicazioni per una adeguata profilassi antiallergica. Reazioni allergiche gravi richiedono una valutazione immunoallergologica specialistica e possono controindicare la somministrazione del contrasto.
La profilassi antiallergica è consigliata anche a pazienti che non hanno mai eseguito un esame RM con contrasto ma riferiscono reazioni allergiche gravi verso altre sostanze.
Lo studio dell’apparato digerente può prevedere l’assunzione di mezzo di contrasto per os. Questo verrà fornito pochi minuti prima dell’esame e in genere è abbastanza gradevole al gusto; non comporta rischi per il paziente.

Come si svolge?
Dopo il colloquio con il medico radiologo il paziente viene accompagnato nella stanza del magnete e viene fatto stendere sul lettino.
Per lo studio di alcuni distretti corporei sono richieste bobine di superficie allo scopo di migliorare la qualità dell’immagine; queste vengono appoggiate sul corpo del paziente e non determinano alcun disturbo. Nello studio dell’encefalo viene utilizzato, allo stesso scopo, una sorta di caschetto. L’esame della prostata richiede l’impiego di una bobina endorettale che in genere è ben tollerata.
Per ridurre il fastidio legato al rumore prodotto durante l’esame, al paziente vengono fornite cuffie o tappini auricolari.
Il lettino viene fatto scivolare all’interno del cilindro ed il distretto corporeo di interesse viene posizionato al centro del magnete. Le macchine RM più recenti consentono un maggior comfort del paziente grazie alle maggiori dimensioni della cavità e alla doppia apertura, ad entrambe le estremità.
Durante l’esame e’ fondamentale che il paziente rimanga quanto più possibile fermo; questo pone particolari problemi nel caso di soggetti poco collaboranti quali bambini, pazienti con gravi sindromi dolorose o pazienti con disturbi psichiatrici. In alcuni casi può essere necessaria la sedazione.
La durata dell’esame è estremamente variabile, sia in rapporto al quesito diagnostico che alla capacità del paziente di mantenere la posizione iniziale; varia in genere tra i 15 ed i 45 minuti.
In caso di bisogno il paziente può comunicare con il medico radiologo o con il personale tecnico, per tutta la durata dell’esame, grazie alla presenza di microfoni; inoltre può attivare un allarme ed  interrompere l’esame in qualsiasi momento.
Alcuni pazienti affetti da claustrofobia non tollerano l’esame; l’autosomministrazione di un blando ansiolitico può essere sufficiente a superare il disagio; può essere consigliato l’esecuzione dell’esame in scanner “aperti” oppure esami alternativi alla RM.

I risultati?

La valutazione dell’esame da parte del medico radiologo richiede un tempo variabile in relazione alla tipologia dell’esame e all’eventuale necessità di elaborazioni out-line. Sono sufficienti in media 3-5 giorni.
Al paziente verranno forniti il referto del medico ed una documentazione dell’esame su CD-ROM.
Il paziente può ritirare i risultati presso l’apposito sportello nei giorni e negli orari indicati, oppure può delegare una persona di fiducia tramite la compilazione di un apposito modulo di delega e la consegna di una copia del suo documento di identità. In alternativa può scegliere la consegna a domicilio tramite servizio postale.